STAZIONE DI REGGIO EMILIA

CLIENTE

Rodano Consortile Scarl

ARCHITETTURA

Arch. Santiago Calatrava

LOCATION

Reggio Emilia

SETTORE

Trasporti

SUPERFICIE

28.000 mq

PERIODO INTERVENTO

1997 – 2002

SERVIZIO

  • Progettazione esecutiva MEP
  • Progetto di prevenzione incendi

SPECIFICHE

  • Lunghezza stazione: 483 m
  • Altezza stazione: 20 m

Progettata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, la nuova stazione ferroviaria di Reggio Emilia, inaugurata il 9 giugno 2013, ha ricevuto il contributo progettuale dal team Manens in ambito impiantistico (meccanico, elettrico e speciale).

L’edificio è caratterizzato da un design futuristico che prevede la ripetizione, venticinque volte, di un modulo di lunghezza pari a 25,40 m composto dalla successione di tredici differenti portali in acciaio, distanziati tra loro di circa un metro. Tale sequenza genererebbe un effetto di movimento pari a quello di un’onda dinamica. 

Le richieste termoigrometriche dei vari locali, le loro altezze ed i volumi d’aria di rinnovo, hanno imposto scelte impiantistiche tese il più possibile al contenimento energetico, alla flessibilità d’installazione e gestione delle singole apparecchiature con la massima affidabilità. A tale scopo Manens ha ritenuto opportuno adottare soluzioni tecniche che rappresentano il compromesso ottimale tra complessità, costo e benefici gestionali.

Un primo intervento è stato quello relativo al recupero di energia dall’aria espulsa dagli ambienti mediante recuperatori installati sugli impianti di condizionamento. Si è intervenuto anche nel frazionamento del trattamento climatico dell’aria di rinnovo su più macchine e sul massimo sfruttamento del free-cooling. Per ridurre al minimo le scorte di parti di ricambio e semplificare le procedure di manutenzione si è concordata un’elevata standardizzazione dei componenti.

Il team di progettisti inoltre ha considerato, come fondamentali, le esigenze d’affidabilità e di sicurezza che gli impianti devono possedere essendo al servizio di una struttura simile. Ne consegue la volontà di realizzare impianti che, pur non sovradimensionati come capacità, siano tuttavia in grado di rispondere positivamente ad eventuali parziali avarie del sistema, reagendo in modo da garantire il mantenimento di condizioni minime di benessere, soprattutto nelle zone caratterizzate da grande affollamento.

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